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LINGUISTICA
FORENSE

Nell’ottica della progressiva digitalizzazione degli aspetti professionali e sociali delle vite degli italiani, la stragrande maggioranza delle informazioni sono veicolate sotto forma testuale attraverso media e strumenti digitali. Poter estrapolare il maggior numero di informazioni da un singolo testo la linguistica forense è la massima possibilità fornita a chi vuole prevenire i vari tipi di illeciti, o comunque ostacolarli. In questo senso, la linguistica forense è la scienza preposta.

L'analisi linguistico-forense è una metodologia utilizzata per determinare la falsificazione, l'apocrifia o l'idiografia di un documento nativo digitale. A differenza dell'analisi grafologica che si basa sull'analisi della scrittura manuale, l'analisi linguistico-forense si concentra sull'analisi dei tratti linguistici presenti nel testo digitale al fine di attribuire una certa paternità al documento.

La linguistica forense, traendo la sua scientificità direttamente dalla linguistica applicata e dalle scienze forensi, è senza dubbio un approccio d’indagine utile, e – con la progressiva, inarrestabile e inevitabile digitalizzazione – diverrà essenziale e utile nel panorama giuridico italiano.

L’analisi linguistica forense parte dal presupposto per cui nessun autore potrà scrivere allo stesso modo di un altro.

L'analisi linguistico-forense può essere particolarmente utile quando si tratta di attribuire paternità a documenti digitali, come messaggi di posta elettronica, chat online, documenti word o file di testo.

Nei contesti legali si riscontrano diversi utilizzi della linguistica, in particolare:

  • Attribuzione o comparazione di un autore, ossia identificare lo scrivente di scritti come e-mail, messaggi, lettere anonime. La linguistica forense, identifica lo scrivente dall’usus scribendi, cioè sull’analisi dello stile del testo.

  • Formulazione di un profilo sociolinguistico, con l'obiettivo di scoprire informazioni personali come l'età, il sesso, la cultura e la provenienza geografica quando non si conosce l'autore.

  • Identificazione di un parlante, attraverso la fonica forense.

  • Analisi del plagio, relativa a testi con una certa paternità, ma che potrebbero essere il risultato di un plagio di un altro testo.

  • Studio dell’hate speech. Un discorso di incitamento all'odio è una comunicazione con elementi verbali e non verbali mirati a esprimere e diffondere odio e intolleranza, o a incitare al pregiudizio e alla paura verso un individuo o un gruppo di individui accomunati da una specifica caratteristica. Se ci si trova ad essere presi di mira da cyberbullismo, body shaming, hating, è possibile compiere uno studio dei messaggi incriminati e determinare se si tratti effettivamente di hate speech e, di conseguenza, poter procedere legalmente.

  • Studio della simmetria del linguaggio istituzionale per semplificare i testi burocratici al fine di migliorarne la comprensione, ma anche determinare il significato delle parole in un contesto giuridico.

  • Targettizzazione del tipo di linguaggio utilizzato in gruppi specifici, in modo da poter essere utile, ad esempio, per rintracciare nel linguaggio eventuali fenomeni di radicalizzazione terroristica, o nei contesi mafiosi.

L’analisi linguistica forense parte dal presupposto per cui nessun autore potrà scrivere allo stesso modo di un altro. Le scelte compiute da un individuo – all’interno del linguaggio della comunità di riferimento – hanno il fine di esprimere al meglio ciò che vuole comunicare. In questo modo, il soggetto crea degli schemi linguistici a livello inconscio che si stabilizzeranno, diventando scelte abituali, utili così per essere analizzate e misurate in maniera empirica.

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